>>6552
>TRUMP PRONTO A CHIUDERE TWITTER: SOPPRIME LA LIBERTÀ DI PAROLA
Direi di no. Esiste una discriminazione tra "editor" e "speaker" (o comunemente "publisher") negli Stati Uniti in quell che è il contesto della "freedom of speech";
>Section 230(c)(1) provides immunity from liability for providers and users of an "interactive computer service" who publish information provided by third-party users:
>No provider or user of an interactive computer service shall be treated as the publisher or speaker of any information provided by another information content provider.
Le piattaforme social, in quanto private compagnie, possono censurare chi gli pare. Tuttavia, così facendo, vengono ad essere classificate come "publisher". Cosa comporta ciò? La respnsabilità civile (legalmente parlando) qualora qualcuno utilizzi quelle piattaforme per commettere qualche reato. Ora, qual è il problema? Che Twitter, Facebokk, etc vogliono essere libere di censurare gli utenti E CONTEMPORANEAMENTE usufruire dell'immunità legale garantita dalla sezione 230. Una cosa che i legislatori americani (GOP soprattutto) e Trump stanno facendo notare da qualche anno.
>>6564
>aveva accusato le piattaforme sociali di essere al soldo del gombloddo petaloso, cosa tra l'altro palese in modo plateale, le minacce di chiuderle sono il risutato di quel dibattito
Vedi sopra. Il tweet recente che ha dato spinta alle notizie degli ultimi giorni è quella per la quale Trump ha tweetato che il voto tramite posta sarebbe suscettibile a broglio. Tweet a cui Twitter ha allegato dei fact-checker secondo invece cui la cosa non è vera.